La scala di Giacobbe è la vita stessa

Ho letto questo romanzo di Marisa tutto in un pomeriggio, forse proprio per vedere come andava a finire.
La vicenda di cui si narra è complessa e non ci si aspettano alcune scelte della protagonista, Carla, né delle superiore con cui  avrà a che fare una volta intrapreso il cammino per diventare suora.
Nel libro si intrecciano storie che vanno da un omicidio commesso sotto la spinta demoniaca, all’amore per l’uomo da cui avrà una figlia che gli lascerà crescere senza più vederlo, perché comprende col tempo, di essere chiamata alla vita conventuale.
Che strana creatura potremmo tranquillamente dire di Carla! Sempre irrequieta e, da un certo punto di vista, ribelle.
Carattere apparentemente docile, ma con un temperamento deciso e piuttosto personale, tipico di chi vuole ragionare sulle questioni e non accettarle passivamente. Non ne è capace. Protetta dalle suore fino alla fine, si trova ad essere lei la madre, per una felice intuizione della sua superiora generale.E spetta a lei accompagnare alla morte proprio questa madre generale che le manifesta la sua paura della morte.
È solo un attimo, le dice, poi ti troverai con Lui.

Mi colpisce la sicurezza tenera con cui conforta proprio colei che si è fatta mamma premurosa e attenta, per lei.
Tanti sono i personaggi presenti, quasi irreali alcuni, altri molto concreti nei loro difetti, nelle loro insicurezze, nelle gelosie, nella gioia come nel dolore, e nel loro bisogno di affetto del tutto naturale.
Particolare è l’accenno all’esperienza vissuta in missione, ma credo che si debba leggere e solo così potersi fare la propria opinione.
Si coglie la vita dal romanzo di Marisa anche se non usuale, ma fatta di misteri, tanti quanti sono le persone che abitano questo libro, ma anche del mistero che abita ciascuno di noi. Chi può dire di conoscersi fino in fondo o di conoscere gli altri?

Nei colpi di scena che non ci si aspetta di trovare nello scritto, si intuisce che ciascuno può essere Carla nelle vicissitudini del proprio vissuto non necessariamente uguali, è ovvio, ma solo nella ricerca di essere se stessi e di poter rispondere alla vita, anche cristiana, con la vita stessa.
Fabiana Guerra

(Ricevuta via email, 6 maggio 2023)

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