Perché non lei

Perché non lei? è il libro di una donna, Marisa Giaroli (non un’esordiente nel mercato letterario), indirizzato, per espressa dedica, a tutte le donne.

Marisa Giaroli ha una lunga esperienza di poetessa, la sua prima raccolta di poesie è L’inverno fu la mia stagione, e risale al 1973; molte altre ne seguiranno. Il romanzo che qui recensiamo risente di questa lunga tradizione poetica. Il libro è scritto con grazia e non è privo di gusto lirico, del quale la Giaroli si serve per pennellare descrizioni, paesaggi e sentimenti. La lingua usata è matura e misurata, solo raramente sopra le righe, inadeguata alla pagina o ingenua; la lettura è piacevole, grazie ad un buon controllo della prosa.

La storia è quella di una donna della media borghesia, che si trova a vivere la prima esperienza omosessuale della sua vita; la conclusione del suo matrimonio la spinge sempre più tra le braccia della nuova amante, che a poco a poco si trasforma in una coinvolgente storia d’amore.

Con grande sofferenza Nicoletta, la protagonista, riesce ad affrancarsi dal sistema di valori nel quale era imprigionata senza saperlo. La rassicurante normalità del vissuto quotidiano rappresentavano semplicemente il suo mondo e il suo orizzonte. La conoscenza dell’affascinante pittrice Andrea, la sua carica erotica, la sua biografia apolide, la sua esistenza anticonformista e artistoide, ampliano di colpo questo orizzonte, e le consentono di vedere con più distanza e capacità critica le anomalie del suo matrimonio, l’angustia della vita familiare e della provincia, la stessa insoddisfazione che non sapeva di provare. Capisce finalmente le gioie del sesso, l’appagamento che può dare concedersi e prendere completamente. La conseguenza di questa agnizione sarà una svolta radicale e l’inizio di una nuova esistenza, lontana geograficamente e idealmente dalla vecchia.

Non c’è dubbio che il libro nasca come atto d’amore nei confronti della donna, come essere complesso e sfumato. Le figure di Nicoletta e Andrea vogliono essere personaggi emblematici, figure esemplari, capaci di vivere con gioia e libertà la propria femminilità, staccandosi da categorie prefissate. Un esempio valga per tutti: la protagonista non si riconoscerà mai nella categoria di “lesbica”, la sua è una condizione personale, una scelta meditata, frutto di diverse esperienze e dalla volontà di farne di nuove; risulta perciò impossibile darle un nome che rimandi a un significato dato, senza sminuirla.

A lungo andare il libro può forse dare un senso di pesantezza al lettore, a causa dell’andatura fin troppo lineare. Chi lo leggesse non può fare a meno di notare come l’attenzione sia rivolta quasi esclusivamente alla protagonista e alla sua compagna, meno alle altre figure femminili (comunque tutti personaggi positivi). Il lettore-uomo invece non potrà non notare che, del tutto distratta e quasi “svogliata”, l’autrice snobba le figure maschili senza tanti complimenti: praticamente tutti sono materiali e insensibili, sciocchi e un po’ immaturi. Ma d’altronde la collana editoriale di questo buon romanzo è Domna della casa editrice Il Filo… e per una volta può essere un bene lasciare gli uomini sull’uscio, incapaci di comprendere e definire il cuore di due donne.
© Dario Alfieri

(Progetto Babele Rivista Letteraria, Agosto 2008)

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